Descrizione
LUCIO BIANCATELLI – ALESSANDRO NIZEGORODCEW
1976, STORIA DI UN TRIONFO
L’Italia del tennis, Santiago e la Coppa Davis
Ultra Sport – pp. 192 – € 16,00 – Prefazione di Vincenzo Martucci – Contributo di Giovanni Malagò
17-19 dicembre 1976: 40°anniversario dalla vittoria italiana della Coppa Davis
Santiago del Cile, 18 dicembre 1976. L’Italia del tennis vince per la prima volta, dopo 76 anni, la mitica Coppa Davis, la competizione per nazioni che fa del tennis uno sport di squadra. Succede alla Svezia di Borg, che aveva trionfato nel 1975. Quel successo resta oggi, dopo 40 anni, l’unico nella storia del nostro sport. I protagonisti furono Mario Belardinelli, il Direttore Tecnico che crebbe e formò quel gruppo di giocatori nel “college all’Italiana” di Formia; il capitano Nicola Pietrangeli, che da giocatore raggiunse due volte la finale ma dovette inchinarsi agli straordinari australiani Laver e Rosewall; e soprattutto i quattro “moschettieri” azzurri: Adriano Panatta, che quell’anno aveva trionfato a Roma e al Roland Garros di Parigi raggiungendo la quarta posizione nella classifica mondiale; Corrado Barazzutti, specialista della terra rossa che seppe raggiungere anche lui i top ten del tennis mondiale; Paolo Bertolucci, che con Panatta formava un doppio che in Coppa Davis vinse 22 match su 30, e Tonino Zugarelli, l’eroe di Londra (dove si giocò sull’erba) per la sua attitudine alle superfici veloci.
Questo libro, scritto dai giornalisti Lucio Biancatelli (già coautore con Paolo Bertolucci di “Pasta Kid”, la biografia del tennista toscano) e Alessandro Nizegorodcew, telecronista per Supertennis tv ripercorre, in un viaggio a ritroso nel tempo, gli avvenimenti di quell’anno storico per il nostro tennis, facendo parlare i protagonisti – tecnici, giocatori, cronisti – e recuperando cimeli, testimonianze e rassegne stampa dell’epoca. Al centro non c’è solo il fatto sportivo: nell’autunno del 1976 l’Italia si spaccò letteralmente in due sull’opportunità di andare in Cile a giocare la finale. In tv e in radio andavano in onda dibattiti accesi: “Cile Sì o No?”. La sinistra italiana premeva infatti per il boicottaggio, per protesta contro il feroce regime militare di Pinochet. Alla fine l’Italia andò in Cile e vinse, segnando una pagina memorabile per lo sport italiano e aumentando a dismisura la popolarità di questo sport in Italia.
“Loro, i quattro moschettieri della Davis, rimarranno per sempre dei miti per tutti gli amanti del tennis”
Giovanni Malagò
“Persino Domenico Modugno si impegnò con il fronte del “NO” coniando uno stornello ad hoc, e inventando uno slogan che è la sintesi perfetta di quegli anni: Non si giocano volée con il boia Pinochet”
Gianni Clerici
“Fu una bellissima pagina di sport, ma una pessima figura per il nostro Paese. Partimmo per Santiago di nascosto scortati dai carabinieri”
Nicola Pietrangeli
“Quella Coppa Davis la dedicammo a Mario Belardinelli. Ci ha insegnato un pò tutto, a stare in campo e non solo, ci ha seguiti da ragazzi fino a che eravamo professionisti avviati”
Adriano Panatta
“Noi abbiamo vissuto uno sport individuale per eccellenza con la consapevolezza di essere una squadra. E fu quella la nostra forza”
Paolo Bertolucci