Descrizione
Completo bianco, braccio puntato al cielo e luci accese a dare un nuovo ritmo alla notte. Sono passati quarant’anni da quando Tony Manero è sceso per la prima volta in pista diventando immediatamente un’icona di disco music e glam. E, soprattutto, un fenomeno. Era il 1977 e con l’uscita nelle sale del film di John Badham, La febbre del sabato sera, John Travolta, nei panni del giovane Manero, portava in scena il ballo come strumento di ribellione e rivoluzione. Rivalsa sociale. La pista era il regno del “fantastico” dove tutto diventava possibile, perfino inventarsi un futuro. Premiato da botteghino e critici – la maggior parte dei giornalisti di settore lo definì “film più bello dell’anno” – il lungometraggio è un cult, apprezzato anche dai giovanissimi. Nel 2004 è stato aggiunto nella lista dei “1.000 Migliori film di tutti i tempi” stilata dal «New York Times», nel 2010 è entrato nella National Film Registry della Biblioteca del Congresso, perché riconosciuto “storicamente e culturalmente significativo”. A quarant’anni di distanza, un viaggio nella realtà del tempo, tra moda, musica e vita nella comunità degli italoamericani, e un confronto con oggi, tra crisi, nichilismo giovanile, razzismo, omofobia, aspirazioni frustrate, machismo, desiderio di trovare una via di fuga dalla realtà. Per scendere, di nuovo, in pista.
STEFANO COCCI
Nato a Roma nel 1972, è laureato in Scienze Politiche ed è giornalista pubblicista dal 2003. Cinema e calcio sono le sue passioni. Lavora per l’agenzia Edipress, scrive di cinema e di costume su varie testate, quotidiani nazionali e periodici. Ha collaborato con portali dedicati al grande schermo come MyMovies e le sue recensioni sono su Il Farinotti – Dizionario di tutti i film. Dal 2008 ha un blog, Coccinema, in cui commenta con ironia le nuove uscite cinematografiche e i classici senza tempo.