Descrizione
Leggere questo libro significa indossare di nuovo, magicamente, i panni di un ragazzino degli anni Settanta. Uno di quelli (tutti, più o meno) che da un giorno all’altro si sono trovati di fronte a una sconosciuta tecnologia aliena fatta di schermi luminosi, manopole e fessure avide di monetine. Catapultati in una dimensione alternativa ricolma di enigmi, mostri di fi ne livello, genitori apprensivi e vite extra, sarete protagonisti di un’avventura lunga oltre tre decenni. Questo libro non è un romanzo e non è un semplice saggio, ma un diario atipico, minuzioso e a suo modo profondamente intimo che mescola impressioni, spunti di rifl essione, ricordi personali e molta ironia per parlare di uno dei più grandi fenomeni intergenerazionali dell’era moderna: il videogame.
Diego K. Pierini. Nato nel 1979, è la prova vivente che i videogiochi fanno male. Miope, moderatamente sociopatico, ridotto in povertà dalla passione per le console vintage e come se non bastasse laureato in filosofia. Ha scritto d’intelligenza artifi ciale, culture digitali, musica e cinema. Ha alle spalle un lungo percorso nel settore televisivo, prima come autore di Parla con me, quindi a Voyager, The Show Must Go Off e Gazebo, con cui lavora tuttora, e collabora con Synthesis come traduttore freelance di videogiochi.